Il nome Scapigliatura fu usato da Cletto Arrighi (anagramma di Carlo Righetti) in un romanzo pubblicato nel 1862, La scapigliatura e il 6 febbraio. Un dramma in famiglia.Protagonisti del romanzo erano sei giovani riuniti in associazione allo scopo di godersi spregiudicatamente la vita e di promuovere la rivolta della Lombardia contro la dominazione dell’Austria. Nel romanzo il vocabolo «scapigliatura» designava un gruppo sociale rappresentato dai sei giovani di vario ceto, irrequieti e turbolenti, in lotta con la società borghese, contestatori, pronti ad entusiasmarsi «per ogni causa bella, grande o folle» e insieme dediti al gioco e al vizio. Il termine Scapigliatura è l’equivalente del francese bohème (= vita da zingari).
Principali esponenti
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I principali esponenti (tutti nati fra il 1835 e il 1849) furono a Milano, Emilio Praga, Arrigo Boito, Ugo Tarchetti, Carlo Alberto Dossi e, in Piemonte, Giovanni Faldella. Loro maestro è Giuseppe Rovani (1818-1874), autore del romanzo Cento anni.
Tarchetti
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Il romanzo Fosca è scritto in prima persona da un soggetto che ricorda un’esperienza dolorosa e riflette su di essa. Il protagonista, Giorgio, ha una relazione d’amore con la bella e solare Clara, quando conosce, in casa del suo colonnello, Fosca, donna bruttissima e gravemente malata, che nell’ultimo tempo della sua breve vita, travolta dal suo incondizionato e spregiudicato amore per Giorgio, sperimenta una felicità illusoria e contraddittoria. Il tema che unisce bellezza, caducità e morte è un topos (un luogo comune) degli scapigliati che lo riprendevano da Baudelaire; mentre il tema romantico dell’amore-morte assume qui i tratti esasperati e morbosi che sembrano anticipare problematiche del Decadentismo. Ugo Tarchetti morì giovane di tisi.
La lettera U
Boito
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Arrigo Boito nacque a Padova nel 1842. Partecipò al sodalizio con Emilio Praga per circa un decennio, ma senza abbandonarsi agli eccessi e alle stravaganze degli altri scapigliati; poeta e musicista, lavorò con maggiore costanza e successo nel campo del teatro lirico, componendo opere come il Mefistofele e il Nerone e libretti per l’Otello e il Falstaff di Giuseppe Verdi.