Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave! 84[...]Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier de la livida palude, che ’ntorno a li occhi avea di fiamme rote. 99[...]Caron dimonio, con occhi di bragia, loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s’adagia. 111
Conosciamo Caronte grazie alla Divina Commedia di Dante Alighieri ma questo personaggio è presente nella letteratura anche prima della Divina Commedia!Innanzitutto è un personaggio mitologico diffuso nella religione popolare
greca ed etrusca: una sorta di demone della morte che accoglie i defunti
al loro arrivo nell'aldilà. Caronte,
(Charun nella religione etrusca) è una divinità minore ctonia, cioè del
sottosuolo. E' figlio di Erebo e della Notte (o Nix). Erebo, figlio di Caos, è il nome delle tenebre infernali.
Caronte trasporta le anime dei defunti a cui veniva data regolare sepoltura oltre le acque dell’ Archeronte.
Per compiere questo viaggio pretendeva un obolo, cioè una moneta di
bronzo. Per questo motivo nella
tradizione funeraria si era soliti inserire una moneta nella bocca del
defunto prima di seppellirlo. In alcune tradizioni si sostiene che il
prezzo del viaggio fosse di due monete, che venivano posizionate
sopra gli occhi del defunto prima della sepoltura. Chi
si presentava a Caronte senza obolo, era
destinato a vagare per cent’anni prima di poter salire sul suo legno.
Caption: : Nel bassorilievo: introduzione della moneta nella bocca del defunto
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Rari sono i casi di esseri viventi trasportati da Caronte. Orfeo scende agli Inferi per riportare in vita la sua donna, Euridice. Enea
assieme alla Sibilla Cumana, grazie a un ramoscello d’oro
che l'eroe porta con sè come dono per Proserpina regina degli Inferi. Ercole
che scende agli inferi addirittura due volte: una per salvare il suo
amico Piritoo, e l’altra per compiere l’ultima delle famose dodici
fatiche cioè, catturare Cerbero il cane infernale. Psyche, per svolgere un incarico datole da Venere: chiedere in prestito la bellezza di Proserpina.
Dante Alighieri, però, quando deve descrivere il personaggio di Caronte, ha ben presente le pagine dell'Eneide di Virgilio.Scritto nel I secolo d.C., è un poema epico che racconta le imprese dell'eroe troiano Enea che, fuggito dalla sua città data alle fiamme dai Greci, in cerca di nuove terre approderà nel Lazio per fondare la città di Roma
Caption: : Nel VI libro si narra che Enea desidera scendere negli Inferi per rivedere il padre Anchise, morto da poco tempo. Enea vuole parlargli, dopo averlo sognato tante volte.
Caption: : Secondo i Latini l'Oltretomba aveva il suo ingresso a Cuma. Enea consulta la profetessa che acconsente, a patto che Enea si procuri un ramo d'oro da portare in dono a Proserpina.
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Enea e la Sibilla si trovano davanti al fiume infernale Acheronte. Seguiamo la narrazione di VirgilioQueste acque e correnti controlla Caronte, nocchieroorrido, di spaventoso squallore, a cui giace incolta molta canizie sul mento, gli occhi son fissi e di fiamma,sordido manto pende dall'omero, stretto in un nodo.Lui con un palo spinge la barca e governa le velee nel suo scafo colore ferrigno i corpi trasporta,già alquanto vecchio: vecchiaia, però, cruda e verde di un dio.
Nella descrizione di Virgilio, quindi, Caronte- è un ORRENDO TRAGHETTATORE- ha una BARBA INCOLTA E BIANCA- ha OCCHI INFUOCATI- ha un MANTELLO SUDICIO SULLE SPALLE- è VECCHIO MA ANCORA ENERGICO
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QUALE DETTAGLIO NON E' STATO RIPORTATO DA DANTE ?SECONDO TE PERCHE'?
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Dante non riprende da Virgilio il particolare del mantello sudicio, forse per dare maggiore dignità al suo personaggio, caratterizzato come demonio crudele...confrontiamo le due descrizioni
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Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave! [...]Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier de la livida palude, che ’ntorno a li occhi avea di fiamme rote. [...]Caron dimonio, con occhi di bragia, loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s’adagia.
Portitor has horrendus aquas et flumina servatterribili squalore Charon, cui plurima mentocanities inculta iacet, stant lumina flamma,sordidus ex umeris nodo dependet amictus.Ipse ratem conto subigit velisque ministratet ferruginea subvectat corpora cumba, iam senior, sed cruda deo viridisque senectus